INCHIESTA: ABORTIRE IN ITALIA: E' COME BERE UN BICCHIER D'ACQUA

Cari lettori iscritti di vostra spontanea volontà alla newsletter, cari trentenni/quarantenni che mi inviate lunghe mail che traboccano di parole dolci come miele d‘acacia, cara Mary, mia amichetta del cuore,
è giunto il tempo, dopo questi mesi vissuti intensamente, di farsi socialmente carne e contribuire, con una documentata inchiesta suffragata dagli indiscutibili dogmi enunciati dalla dottrina cristiana, ad aggiornarvi su quest’Italia allo sbaraglio, popolata da tanti Erode che fanno dell’aborto una ragione di vita o meglio… di morte. Impossibile per me rimanere inerte di fronte a questo infanticidio perpetrato nei consultori, ospedali, farmacie, nel silenzio complice di chi sa ma non dice, nel mutismo di moltitudini di cristiani che tacciono omertosi sui delitti dello squadrone della morte dei non obiettori, i tanti ipocriti che, pur inondando le piazze ai discorsi del Papa, rinnegano come Pietro, per ben tre volte, la sacralità della vita.
Ed è così che mi sono rimboccata le maniche della mia canottierina Calvin Klein, come si suol dire, e mi sono adoperata per dimostrarvi quanto SIA FACILE ABORTIRE IN ITALIA, tutto in barba al buon senso e alla legge 194 che oltre a consentire di tutto di più viene facilmente evasa.
La prima forma di aborto è
la pillola del giorno dopo, nonostante alcuni ignoranti fagocitati dalla falsità dei media massonici dicano che sia un semplice contraccettivo di emergenza. Essa agisce ubriacando l’ovulo fecondato in modo che non si possa annidare nell’utero ed è quindi una sorta di bombardamento, di napalm americano che stordisce non i vietcong bensì il tessuto uterino della girl che compie l’atto delittuoso e incosciente di prendere questa maledetta pillola. Essa adotta un meccanismo antinidatorio (parola ambigua che permette di sfuggire al termine abortivo e quindi anche a determinati obblighi della legge 194), come la polvere gialla della deratizzazione impedisce al ratto di avvicinarsi ai muri e orinare, la nostra nemica pillola altera, in pratica, la naturale conformazione della parete uterina in modo che l’ovulo fecondato non si riesca ad impiantare. Già utilizzare la parola ovulo fecondato, abilità dei linguisti, è una mossa particolarmente scaltra in quanto crea una gerarchia assai squallida nell‘organigramma della vita: ovulo fecondato, embrione, feto, neonato, bambino, adolescente… non si tratta in tutti i casi di esseri umani, con gli stessi diritti e doveri?
Repubblica, inutile dirlo, giornale del fondamentalismo ateo, si è recentemente inventata un’inchiesta sulla difficoltà per la donna di avere supporto logistico dagli ospedali per procurarsi questa pillola abortiva. Purtroppo niente di più falso, benché IN ITALIA sia teoricamente necessaria la prescrizione del medico, sono riuscita a procacciarmi la micidiale pillolina RECANDOMI SEMPLICEMENTE IN FARMACIA. Vi ricordo che la legge, qua nel nostro Paese, è molto chiara: è necessario un medico generico od un ginecologo, almeno, per ottenere la ricetta prima di acquistare in farmacia, per una manciata di euro, il topicida uterino. Inoltre, e lo dico per voi farmacisti, è possibile OBIETTARE, OBIETTARE, OBIETTARE. Purtroppo voci ben informate mi hanno illustrato che se vuoi dichiararti obiettore ti segano le gambe, ti minacciano, ti fanno pressioni mobbistiche. Per la mia inchiesta ho girato una decina di farmacie, tra Milano e Casalpusterlengo (Lodi), FINGENDOMI abbisognosa di pillola “causa rapporto sessuale non protetto avvenuto la sera prima“. In tutte hanno avuto, come si suol dire, le mani bucate nel dispensarmi la pasticca della morte. Alla Carlo Erba, in pieno centro, mi hanno addirittura regalato una confezione da venti, dicendo se per caso servisse a qualche mia amichetta. Alla Centrale di Casalpusterlengo mi hanno offerto anche un paio di RU486, se la mia gravidanza fosse in realtà ad un livello più avanzato. Ma stiamo scherzando? Qua chiederei personalmente l’intervento di Napolitano, qua siamo nelle mani di Erode, non in una società civile che rispetta la vita!
Non c’è una forma di aborto che sia migliore di un’altra. Sono tutti delitti peccaminosi perpetrati ai danni di silenti innocenti; anche l’aborto spontaneo fa parte di questa categoria, e non venite a dirmi che inconsciamente non l’avete voluto voi, è spontaneo fino ad un certo punto. Comunque è un dato di fatto che nel caso accadesse il nostro obiettivo deve essere RIDURRE LA COLPA e quindi aspettare l’espulsione naturale, che la natura faccia il suo corso; anti-cristiana è l’isterosuzione, il cosiddetto raschiamento.
L’IVG, cioè
l’interruzione volontaria di gravidanza, è invece una scelta cosciente della girl, frutto del suo dannato libero arbitrio. La legge 194 del 1978 la consente entro 90 giorni dalle ultime acque lunari anche nel caso di un feto sano come un pesce d‘acqua dolce. In tal caso si prospettano tre possibilità: 1. Recarsi in un consultorio 2. in una struttura socio sanitaria 3. dal proprio medico di fiducia. Questi, nel caso non riscontrassero condizioni tali da rendere urgente l’intervento (in presenza di malformazioni, nei casi di pericolo per la salute della madre, o addirittura di motivi indipendenti dalla salute della madre cioè difficoltà economiche, familiari, sociali) dovrebbero invitare a soprassedere per 7 giorni; trascorsi questi la donna si può presentare presso una delle sedi autorizzate e ottenere l‘intervento chirurgico interruttorio. Diciamoci la verità, girls in lettura: pensate che questi medici si adoperino VERAMENTE per sconsigliarvi l’aborto? Ma non fatemi ridere, mi chiedo come Repubblica possa aver avuto la faccia di tolla da pubblicare una nefandezza del genere. Gli Obiettori, come si era visto, hanno le mani legate e la bocca cucita mentre l’altra maggioritaria parte del personale medico vi dirà che quella di abortire è una scelta saggia e responsabile. Purtroppo anche loro, come ci ricordava Blondet, fanno parte di quella schiera di adelfi che bramano la dissoluzione, l’estinzione della specie, il disprezzo verso i valori cristiani e vogliono edificare una nuova Sodoma in Italia. Questa è una parte della Bibbia (Genesi 18 16,33) che vi invito a rileggere con attenzione. E’ per la virtù di pochi giusti sostenuti da Abramo che la città (Sodoma) fu risparmiata dall’ira di Dio. Noi anti-abortisti, piccola nicchia di guerriglieri morali, siamo quei pochi giusti, belli come il sole, abbronzati senza il bisogno di lampade, la fede è la nostra unica arma, e non demorderemo mai perché abbiamo le prove empiriche che Dio è con noi, nonostante in apparenza intervenga il meno possibile e lasci fare tutto alla cosiddetta MANO INVISIBILE del liberismo etico.
Dopo 90 giorni, invece, si è visto che l’interruzione è ILLEGALE, se non nel caso della sopraindicata casistica. Purtroppo non c’è un’autority statale a controllare, così i medici fanno il buono ed il cattivo tempo. Procurarsi un’IVG è gioco da ragazzi; vengono facilmente alterate le documentazioni accertanti la salute del feto in quanto il personale medico del servizio ostetrico-ginecologico è intrinsecamente corruttibile e non lo fa per soldi, bensì per un senso di depravazione morale che impregna tutta la casta ospedaliera. CASTE contro la CASTA è il mio motto; solo boicottando i loro servizi riusciremo a ridurre il loro potere in fatto di controllo delle nascite e di eugenetica. Quando decideremo di riprodurci, lo faremo, senza amniocentesi preventiva, senza ecografia, e il bambino nascerà comunque e dovunque, indipendentemente dalle complicazioni psico-fisiche attinenti, perché la vita è sacra quanto il matrimonio e il dogma della verginità di Maria e la vita deve sbocciare come un fiore a primavera.
Infine c’è un altro virus che sta infettando la nostra società. Questo virus si chiama
MIFEPRISTONE, un farmaco per l’aborto chimico comunemente conosciuto con la sigla RU486. Questo veleno consente di abortire direttamente a casa vostra, in ciabatte, stravaccati sul vostro divano mentre guardate Gerry Scotti che dispensa milioni o mentre pettinate la vostra Barbie cavallerizza. La RU486, a differenza della pillola del giorno dopo, agisce post gravidanza, stordendo i ricettori progestinici e generando chimicamente l’avvento della rugiada celeste (le mestruazioni). Questa Ru486 in Italia è vietata, ma non è difficile procurarsela nelle farmacie che la ottengono da laboratori chimici che operano nell’illegalità, gestiti dalla mafia, da società finanziate da adelfi della dissoluzione come Mediobanca o, mi è capitato di vedere anche questo, nei retrobottega di alcune farmacie appositamente trasformate in laboratori chimici ove si opera al di fuori delle più basilari norme igieniche. Vi dirò di più: recentemente si è attribuita la morte di una giovane all’abuso di sostanze stupefacenti. Ebbene, vi riferirò che questa volta (ovviamente anche le droghe causano molti decessi) la morte non è stata causata da Ecstasy bensì da RU486, cosa che molti mezzi di comunicazione massonici sapevano bene, ma hanno deciso di omettere perché ciò sarebbe stato un ostacolo per la diffusione del Mifepristone, forma abortiva di cui il nutrito popolo degli ANTI-LIFE italiani ne è paladino. Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma i limiti di lunghezza per aspirare alla pubblicazione su IL FOGLIO di Giuliano Ferrara sono molto chiari. Se qualcuno volesse approfondire l’argomento può contattare me o qualche gruppo amico di PRO-LIFE, siamo sempre in vena di fare da garanti su ciò che è moralmente corretto per tutti.
Intimamente Vostra
Katia