Les cahiers de Katia

Caro Maurizio Blondet,

quindici anni fa uscì il tuo sconvolgente libro “Gli Adelphi della Dissoluzione” ove trattavi, con rigorosa documentazione, dei gruppi umani votati ad accelerare lo sfacelo e la disgregazione attraverso il rovesciamento alchemico delle potenze dell'aria. Sagacemente individuavi alcune lobbies il cui fine è risvegliare “Satana”, scatenando il caos in terra e accelerando l'avvento dell'anticristo.

Solo il cristianesimo si è impegnato, e si sta impegnando, a salvaguardare il mondo da queste tenebre indotte. Una missione sempre più ardua poiché molte mele marce, lupi mascherati da agnellini, minano la Chiesa dall'interno, ostacolando il compito di chi invece si consuma affinché il bene trionfi. Nell'elenco dei distillatori di maligno enumeravi parecchi “insospettabili”, come la cerchia gravitante attorno alla casa editrice Adelphi, composta da intellettuali quali Foà, Calasso, Cacciari e i libri, - pubblicati dalla stessa casa editrice - di autori come Sade, Bataille, Nietzsche, Weil, Guenon, Stirner, Cioran, Daumal etc, il cui senso è palesemente quello di propugnare l'annichilimento attraverso un'etica laicista e anticristiana; peculiarità di cui gli scritti di questi autori sono pregni. Per cogliere questa volontà malefica, effettivamente, basta dare una veloce occhiata al catalogo delle pubblicazioni di questa “rispettabile” casa editrice.

In secondo luogo, nel tuo libro, lanciavi inquietanti considerazioni sull'oligarchia finanziaria laica e anticlericale, Mediobanca (almeno la Mediobanca pre-Geronzi), il cui scopo manifesto era proteggere, col pubblico denaro, le fortune dei grandi capitalisti privati, ma, scavando in profondità, scoprivi arcani riti di questi loschi e potenti figuri e dei loro vividi interessi per alcune correnti di pensiero (teosofia, Shaktismo, l'apostasia necessaria dei seguaci di Jakob Frank e Sabbatai Zevi – nomi, questi ultimi, che hanno risonanza tra le alte sfere della finanza) il cui fine è il rovesciamento dei valori o la purificazione attraverso il peccato, sempre per portare caos e disgregazione. Questo è anche un tema morboso dell'ultima folle e adelphiana opera di Calasso (Le folie Baudelaire) in cui l'annientamento e la rovina sono altari a cui il nostro si inchina, non certo per la prima volta.

L'elenco dei dissolutori si allunga anche ai propugnatori della liberazione dell'inconscio (ben venga se con l'ausilio di droghe), i viandanti rivoluzionari della strada del regresso che propiziano il suicidio nichilistico. Risvegliare forze dormienti nei meandri della psiche, del passato e del mito, ridar vita a Shiva e Dionisio, fa parte del Credo di chi brama l'avvento delle tenebre. Risvegliandosi, questi dei cacciati negli inferi dal cristianesimo, torneranno a compier stragi. E la gente, educata al dogma del relativismo, non si avvedrà del pericolo incombente, così il maligno potrà ingigantirsi e riprodursi, senza nessuno che ne possa trattenere l'insorgere.


La tua analisi è pressoché perfetta e sono molto rammaricata di averla semplificata in questo modo indegno (ma necessario, visto lo spazio) che esclude molti lettori dalla comprensione. La mia unica annotazione è che ti limiti a fenomeni che riguardano solo una élite, che sembrano il vagheggiamento di una conventicola di intellettuali che non hanno alcun rapporto con le masse. Invece le forze del male lavorano soprattutto sull'indottrinamento del popolo, perché il male deve arrivare lì per propagarsi. Ma come avviene questo passaggio? Naturalmente plasmando le menti più malleabili: quelle dei giovani, molti dei quali difficilmente avranno rapporti coi libri dei sopraccitati autori o che potranno anche vagamente intendere la ritologia dei potenti.

Vorrei dunque citare un fenomeno televisivo, tra le tante trasmissioni che ci violentano psicologicamente, volto a ingenerare caos e irrazionalismo, quel sacro senza Dio che è, parafrasando una tua frase, anticamera del fascismo (in una sua nuova forma possibile naturalmente). Parlare di Italia 1 sembra l'inevitabile approdo, perché c'è qualcosa di più profondo di scaltrezza e immoralità, del voler titillare i bassi-istinti, il naturale desìo di odio dell'uomo della strada e cercare audience a tutti i costi. Certo, questi sono aspetti palesi che non richiedono una complessa ermeneutica delle rubriche mascherate da informazione come Studio Aperto e la spazzatura derivata: risultano lampanti dopo qualche attimo di “telegiornale”. Ma non è solo il mercato a generare mostri; all'interno di Italia 1 è latente anche la volontà distruttiva e diseducativa di questa lobby liberal-irrazionale, che è il naturale continuum dei dissolutori che descrivi.

Non si possono prendere alla leggera i servizi sugli UFO, trasmessi a iosa e a ritmi martellanti. Non sono innocui divertissement, sono intrisi di una volontà malefica. Queste “notizie”, tra le righe, sottendono che gli Ufo esistono, che il paranormale è presente tra noi, che la iella, i fantasmi e gli spiritelli infestano le case. Studio Aperto è fautore di una nuova religione pagana di cui ne ripropone la gnosi, traslata per questi tempi e indirizzata ai giovani. Dietro i servizi frivoli e gossippari, che ammiccanti strizzano l'occhio al telespettatore (che viene trattato come fosse sempre innocente), c'è del bieco calcolo di menti perverse e votate al maligno. La ricerca del contatto con gli dei pagani, che si celano in mezzo a noi, è anche ad uno dei temi portanti dell'opera di Calasso la cui straordinaria erudizione è legata, con un sottilissimo fil rouge, alle nefandezze di Studio Aperto. Si può considerare dunque il notiziario di Mulé propugnatore di un moderno neopaganesimo? Sì, secondo la sottoscritta, visto che l'esistenza di entità interdimensionali è indiscutibile e ontologica, nella dottrina del programma.

Un secondo aspetto: l'immagine della donna che viene posta ad exemplum (lasciando perdere l'istigazione indiretta alla magrezza, all'anoressia quindi alla distruzione del proprio corpo), è quella di testimonial del diavolo. L'attenzione morbosa per la donna fedifraga, sintetizzabile nella figura libertina e instabile della VIP che vive in una costante mutazione della relazione sentimentale, genera per poi distruggere – fiera apostola di Shiva - tradisce, divorzia, si risposa e lasciva si abbandona a riti orgiastici dionisiaci, è un nitido esempio di come l'esercito delle tenebre Ci utilizzi per portare disgregazione e instabilità. La dea Kali ne è l'emblema, in lei i contrari coesistono, le contraddizioni si fanno carne. Ed è un dio-femmina, seducente e sinuoso, che viene idolatrato (devo a questo punto citare il dio-femmina di Guglielmina la Boema, come ricordi te, per la quale Cuccia e soci recitavano annualmente una messa a Chiaravalle), innalzato nei catodici cieli televisivi per fertilizzare il terreno in vista di Satana, che di se stesso vuole ingravidar il mondo.

Ma dove si vuole arrivare? Naturalmente alla manipolazione comportamentale, alla pansessualizzazione diceva un mio amico prete: rendere le masse completamente soggette agli stimoli sessuali (si utilizzava la scusa nel calendario, ora nemmeno quello), propagandare lo sfrenato esibizionismo, il disordine, infine il superamento del dualismo uomo-donna per la costituzione di un essere androgino.

Terzo aspetto: mostrare continuamente e morbosamente la violenza contro l'inerme. Storie di branchi, stupri, bullismo, nonnismo vengono vivisezionate e offerte con un'aberrante ricerca del particolare osceno, quando ancora lo spettatore ha in corso l'appetito sessuale del sexy servizio precedente. Qua torniamo a Calasso, “le nozze di Cadmo e Armonia”, in cui è presente un mondo senza Cristo dove si sgozza, si stupra e non c'è alcuna speranza o salvezza. Riportare gli antichi miti, quello che in Calasso può sembrare uno sturbo intellettuale, in Studio aperto trova la sua realizzazione per le masse che per natura emulano comportamenti captati in TV, maestra di vita e soprattutto di morte. Dio ci salvi, caro Blondet. Noi, dell'esercito di Cristo, non possiamo che divulgare ciò che sappiamo. Il che è cosa buona e giusta.


Katia

p.s. La risposta di Blondet si può leggere direttamente sul suo sito: http://www.effedieffe.com/content/section/6386/200/