I cari animali

Dopo l’estemporanea divagazione di ieri vorrei tornare a ciò che più mi preme, cioè, raccontare la mia discesa negli inferi e la successiva ardita risalita grazie al gruppo di preghiera che mi ha accolto tra le sue confortevoli braccia unte dal Signore. Però, prima, voglio prendermi ancora del tempo che mi è dovuto e concesso riflettendo su un’ annosa questione che all’interno del gruppo delle friend sta suscitando accese diatribe e scismi dell’ultima ora. Io sono una che ama gli animali cioè un‘animalista; sono socia sostenitrice del WWF e iscritta alla LIPU, una volta andai anche alla manifestazione della LAV e portai addirittura la fiaccola, ma solo per un pezzo poiché avevo una paura cane di bruciarmi i capelli. Ci sono dei passi che amo e altri che non amo, nella Bibbia. Diciamo che, fondamentalmente, amo anche quelli che non amo. Lì amo perché sono inscritti nella Bibbia che è il mio libro preferito. Forse questo è un concetto che non riesco ad esprimere bene a causa dei miei deficit dialettici. Ci sono in pratica dei pezzi che mi piacciono, ma preferisco non leggerli perché in essi si parla di animali sgozzati e sacrificati in olocausto a mio parere con un pizzico di gratuità. Questi passi sono, maggioratamene, inseriti nel Levitico e nel Deuteronomio. In Deuteronomio 14, c’è uno dei passi che più mi suscita riprovevolità. Vengono, infatti, indicati gli animali che si possono mangiare: Bue, pecora, capra, cervo, gazzella, daino, stambecco, antilope, bufalo, camoscio. Bene, su alcuni non ho nulla da ridire. Ma perché accanirsi contro gazzella, daino, stambecco, antilope e camoscio? Ora, io mi chiedo: non si potrebbe cambiare, non so come funzionano queste cose politiche, magari previamente con l’ausilio di un referendum, abrogando gli animali sopraddetti da me indicati come prediletti? So che anche tu, Mary, congiuntamente alla mia amica Chiara, siete dalla mia parte. Bene, so che voi firmereste, ora dobbiamo trovare le nonsoquantealtre persone ci servono per un cambiamento di cui sento di dover contribuire con la mia azione costruttiva e col potere decisionale che mi è giustamente concesso in quanto cristiana maggiorenne e contribuente dell’otto per mille alla chiesa cattolica. Poi, sempre in Deuteronomio 14, 6, si indicano altri animali commestibili che sono i quadrupedi che hanno l’unghia bipartita e che ruminano. La prima volta che lo lessi mi vennero i brividi perché pensai al mio cane, poi mi sono detta: “ma dai, Katia, i cani mica ruminano”, poi cercando su internet scoprii anche che i cani non hanno le unghie bipartite, indi mi tranquillizzai e ripresi fiato ed il mio cuore riacquistò la sua frequenza abituale di battiti in stato di riposamento. La Bibbia prosegue, “Ma non mangerete quelli che ruminano soltanto o che hanno l’unghia bipartita, divisa da una fessura e cioè il cammello, la lepre, l’irace, che ruminano ma non hanno l’unghia bipartita, considerateli immondi” il porco, indi il maiale dicasi anche suino (quanto mi fa straniamento trovare nella Bibbia la parola porco) NON si può assolutamente mangiare, ma questo non suscita in me riprovevolità, perché a me il maiale non mi piace. Però mi piace la simmenthal e dovrei indagare se lì è presente il porco, ma, se così fosse, credo che sarebbe in così piccole dosi che Dio chiuderebbe uno dei suoi infiniti e santissimi occhi. Poi, per quanto riguarda i pesci: Sì a pinnuti e squamosi, No a quelli che non hanno pinne o squame. E questo è lodevole, da parte di Dio, in quanto in questo modo si salvano i delfini che sono in assoluto i miei pesci preferiti e solo l’idea di mangiarli ma fa venire un ribrezzo allo stomaco. Poi, in Deuteronomio 14,11, si passa agli uccelli e vengono esonerati dalla mangiagione: aquila, ossifraga, aquila di mare, nibbio, falco, corvo, struzzo, gabbiamo, sparviero, ibis, gufo, cigno, pellicano, folaga, alcione, cicogna, airone, upupa, pipistrello (che schifo!) e si dice “potrete mangiare ogni uccello mondo”, ma non si danno specificazioni che credo sarebbero abbastanza utili per gli amanti della buona tavola che si cercano uccelli piuttosto poco accessibili rispetto a quegli uomini e donne che invece si limitano alle carni più famose. Infine si ordina di Non mangiare gli animali colti da morte naturale, certo, in tal caso, sarebbe più semplice e si risparmierebbe una carneficina.

Mi sono soffermata su questo passo della Bibbia, perché risiede fresco nella mia mente; ce ne sono altri ben più sanguinolenti in cui si parla di olocausti ad innocui capretti; voglio evitare di parlarne perché rischierei di commettere peccato e dire cose poco sconvenienti.

Ora, tutta questa lunga tiritera, per annunciarti, Mary, che sto preparando, di mio pugno, una nuova formulazione di questo Deuteronomio 14, che mi piacerebbe fosse vagliata dai diretti responsabili della Costituzione Biblica e mandata in Parlamento oppure al popolo per il referendum, non so mica come funzionano queste cose da politicante.

Il mio passo preferito della Bibbia è ovviamente quello di Noè che salva gli animali. Si, devo ammetterlo, Noè è proprio uno dei miei eroi e mi chiedo come possono le odierne ragazzine preferirne altri che non hanno fatto niente di buono per migliorare questo nostro mondo che senza Noè sarebbe più triste e senza tante specie di bestie.

Mi è difficile immaginare come possa l’Arca (trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d’altezza) aver contenuto così tanti animali e su questo mi sono informata a lungo leggendo e documentandomi attraverso la volumistica e la tomistica presente nelle biblioteche. Molti teologi dicono che c’era un problema di misurazioni, altri che non vi erano proprio tutti gli animali; c’è anche un tipo di un certo rilievo che ha questa spiegazione convincente, anche se poi il predy mi ha detto di non dare retta a lui poiché questo tipo francese è una specie di anticristo. Vorrei enunciartela, Mary, perché anche se ti sembra plausibile sappi che Non è vera quindi potrai precluderle aprioristicamente l’ingresso nella hall della tua bella testolina. Mi capisci? Nell’arca dunque vi era solo una cellula vivente di ogni specie maschio e femmina a partire dalla quale poi fu ricostruito l’essere tutto intero, un po’ come nel ventre della madre la prima cellula vivente di un essere possiede insite già tutte le informazioni genetiche per fare un giorno l’uomo, dal colore degli occhi, ai capelli eccetera.

Va bé, nell’altra stanza la Mami mi chiama, devo dunque andare a mangiare; e pensare che volevo parlare di come satana si presentò a me per rubarmi l’anima nelle sembianze di un videopoker e delle cose peccaminose che feci per mantenere la mia malsana dipendenza.

Sarà per il prossimo post. Un bacio

Katia